Il momento storico che stiamo vivendo coincide senza dubbio con uno dei momenti economici più difficili della storia recente del nostro Paese e rappresenta la prova di come l’innovazione, ancora una volta, avrebbe potuto contenere gli effetti economici dannosi per le nostre imprese.
Non siamo ancora usciti definitivamente dalla pandemia Covid-19 ed ecco che, puntuale come un orologio svizzero, arriva una guerra “economica” mondiale seguita da una crisi energetica sistemica.
Le aziende di molti settori, dal turismo al manifatturiero, passando per il commercio e la ristorazione stanno subendo già da diversi mesi rincari incontrollati nelle bollette di luce e gas che le costringono a ricercare soluzioni drastiche. Molte aziende hanno deciso di lavorare a regime ridotto per mantenere i costi sostenibili, mentre altre mirano invece ad esaurire la capacità produttiva residuale anticipando la produzione in vista del crescente rischio di prossimi aumenti.
Inutile girarci intorno, stiamo vivendo una situazione delicatissima che, unita all’aumento dei costi per l’approvvigionamento delle materie prime, nonché alla difficile reperibilità di alcune componenti, mette a dura prova l’intero sistema produttivo e sociale del nostro paese.
Tuttavia, le imprese non possono solamente attendere gli interventi istituzionali, peraltro raramente tempestivi e sufficienti, ma devono fare concretamente la propria parte per la risoluzione del problema ed una delle possibili soluzioni è senza dubbio ed ancora una volta quella dell’innovazione.
In questo particolare contesto, ci sono realtà che si trovano oggi a beneficiare di un vantaggio competitivo dovuto proprio ad una lungimiranza mostrata in passato in termini di innovazione. Quelle aziende che hanno investito, rischiato e guardato al futuro prendendosi tutti gli oneri necessari, sia in termini di impegno che di costi, oggi si trovano nelle condizioni migliori per affrontare il problema economico da un punto di forza rispetto ai propri competitors.
Un paio di esempi possono rendere più concrete queste parole…
Un nostro cliente, un rinomato ristorante toscano, nel 2020 ha deciso di sfruttare le settimane di chiusura del proprio locale per avviare un processo di transizione tecnologica volto ad abbandonare l’utilizzo del gas naturale, sia come riscaldamento che in cucina. Tale scelta, che in quel momento poteva sembrare estremamente rischiosa, si sta rivelando oggi determinante per la sopravvivenza aziendale. Infatti, in considerazione anche della relativa dimensione, non possiamo escludere che la redditività sarebbe stata probabilmente compromessa dalle bollette che avrebbe dovuto sostenere se non avesse raggiunto questa autosufficienza energetica.
Un altro esempio, rimanendo nel settore della ristorazione, può essere quello di un ristoratore di cui ho letto un’intervista alcuni giorni fa che in risposta all’aumento delle materie prima ha deciso di rivoluzionare il proprio menù prediligendo alimenti del territorio e della cosiddetta “cucina povera”. In tal modo, innovando il proprio servizio senza perdere in termini di qualità, è riuscito a garantire la medesima esperienza ai propri clienti senza appesantire lo scontrino alla cassa. L’innovazione in cucina appare senza dubbio di facile comprensione, ma è possibile innovare in ogni settore, basta solo trovare la giusta chiave d’azione senza dimenticare che innovazione non significa solo innovare il proprio prodotto/servizio, creandone uno nuovo (con tempi spesso troppo lunghi), ma è possibile applicare le logiche dell’innovazione anche per donare vita nuova ai propri prodotti e servizi in modo da aumentare i margini di redditività già nel breve periodo.
La scelta di un valido consulente a fianco dell’imprenditore se finora poteva apparire come una mossa strategica, d’ora in poi è determinante per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese.
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