Moda, tessile e accessori: arriva il credito d’imposta sulle rimanenze
Con la conversione in legge del decreto Rilancio, il legislatore italiano tende la mano al settore tessile, moda ed accessori riconoscendo un credito d’imposta sulle rimanenze di magazzino
Per limitare gli effetti negative dell’emergenza Covid-19 sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile, moda e accessori, con l’art. 48-bis introdotto al decreto Rilancio nella sua conversione in legge, viene riconosciuto, ai soggetti esercenti attività d’impresa operanti nell’industria tessile, moda, produzione calzaturiera e pelletteria, un credito d’imposta, nella misura del 30% del valore delle rimanenze finali di magazzino eccedente la media del medesimo valore registrato nei 3 periodi d’imposta precedenti il 2020.
Il beneficio è riconosciuto per il periodo d’imposta in corso e metodo e criteri di valutazione delle rimanenze devono essere omogenei rispetto a quelli utilizzati nei tre periodi d’imposta considerati ai fini della media.
Il credito è riconosciuto fino all’esaurimento dell’importo massimo di 45 mln di euro (limite di spesa).
Regole e modalità di utilizzo
Occorre attendere il decreto del Ministro dello sviluppo economico (MISE), di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze (MEF) che definirà i criteri per la corretta individuazione dei settori economici in cui operano i soggetti beneficiari dell’agevolazione, oltre che modalità e criteri attuativi.
A livello normativo, è previsto con certezza che, per i soggetti con bilancio certificato, la verifica delle rimanenze sarà fatta su base di detti bilanci; mentre le imprese non soggette a revisione dei conti e senza collegio sindacale devono avvalersi di certificazione sulla consistenza delle rimanenze rilasciata da un revisore o società di revisione.
L’utilizzo potrà avvenire in compensazione e nel periodo d‘imposta 2021.
L’Agenzia delle Entrate con apposita risoluzione definirà il codice tributo e le istruzioni per la compilazione del Modello F24.
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