Nel panorama delle imprese italiane, il “passaggio generazionale” rappresenta da sempre un momento delicato della vita aziendale, dietro al quale possono nascondersi grandi opportunità, ma anche alcune insidie assai pericolose. Al fine di approcciare nel migliore dei modi il “passaggio di testimone” è necessario quindi seguire alcuni semplici passaggi.
Innanzitutto, la parola d’ordine resta “pianificazione”: si tratta di un momento in cui una corretta pianificazione gioca infatti un ruolo di fondamentale importanza. Ogni azienda possiede una propria storia ed è contraddistinta da logiche e regole proprie, tuttavia l’esperienza insegna che le problematiche di fatto sono molto spesso simili, anche se ovviamente declinate nei dettagli al caso particolare. Per questo motivo pianificarle è assolutamente possibile, ma servono SOLUZIONI PERSONALIZZATE in base alle caratteristiche specifiche dell’azienda in questione.
Un professionista di riferimento adeguato, al quale affidarsi con correttezza e fiducia rappresenta una variabile senza dubbio determinante. Molto spesso, le dinamiche tipiche del passaggio generazionale nascondono le peggiori difficoltà dietro ad aspetti che ben poco afferiscono alla vita aziendale: sono riconducibili infatti a profili personali e soggettivi che certamente possono essere affrontati con maggiore efficacia da un punto di vista esterno e quindi oggettivo.
Ma perché è così difficile questo passaggio di TESTIMONE ?
Questa fatica al “passaggio generazionale” è conseguenza diretta di due distinte tendenze:
- la prima è quella che vede una forte difficoltà degli imprenditori a lasciare le redini della propria azienda ai figli;
- la seconda è quella che riguarda purtroppo la situazione in cui si trovano i figli, spesso impreparati alle sfide del mercato.
La conseguenza è semplice: il momento delle nuove generazioni sembra non arrivare mai.
Molto spesso, come già accennato, le insidie più pericolose sono da ritrovarsi in elementi personali e non imprenditoriali. Ad esempio, non è raro verificare la presenza di dissidi interni tra imprenditore ed eredi dovuti non tanto a motivazioni aziendali, quanto piuttosto a conflitti di natura familiare.
Nella definizione di STRATEGIE e SOLUZIONI dedicate potrebbe risultare ad esempio determinante evitare l’ingresso dei figli nella compagine societaria e nelle dinamiche direzionali aziendali dell’azienda così come strutturata in via tradizionale. In altre parole, costituire, da parte degli eredi, una società parallela, separata sul piano amministrativo e direzionale, nella quale essi possano esprimere il loro potenziale in assenza di conflitto con il padre imprenditore. Tale società, complementare a quella di famiglia, avrebbe quindi vita propria e potrebbe rappresentare anche il veicolo di ricongiungimento quantomeno imprenditoriale di imprenditore ed eredi ponendo quindi concrete basi sulle quali completare poi successivamente il passaggio. Un altro esempio potrebbe essere quello di affidare inizialmente agli eredi solo un comparto aziendale (reparto commerciale, ramo d’azienda estero ecc..) in modo da evitare conflitti: in tal modo i “giovani” avrebbero autonomia ed opportunità di gestione liberi dalle redini e dal controllo del padre.
Queste due soluzioni sono utili ad evitare occasioni di conflitto potenzialmente dannose per l’azienda, concedendo il TEMPO necessario a coloro che devono subentrare, per strutturarsi e rafforzare alcune competenze e, a colui che deve lasciare, per prendersi questo tempo e passare finalmente il “testimone” con la consapevolezza di essere riuscito a fornire tutti gli strumenti necessari per vedere l’impresa di famiglia crescere e svilupparsi ancora di più.